18 Settembre 2014
IL PIANO REGOLATORE DI TRIESTE E LA GESTIONE DEL TERRITORIO

Ci sono momenti storici ed economici in cui certe scelte pesano e vanno ponderate guardando al futuro. Perché se guardiamo al presente, tenendo conto di ciò che è stato sacrificato in un tempo passato, ci rendiamo oggi ancora più conto che la  vita non è solo una moda, una necessità  temporanea, o una giornata storta alla borsa. Ci sono momenti in cui un territorio è chiamato a pensare al domani e si chiede con il senno  di poi , quali sono gli sbagli che non devono essere ripetuti se la sua popolazione sarà in crescita, o le case e i borghi esistenti saranno ancor più vuoti. Partiamo da un dato: negli ultimi 50 anni la provincia di Trieste ha perso oltre il 40% dei terreni agricoli, tra cui i più fertili e pianeggianti.
Posso anche concordare  che in quel periodo di boom economico e industriale questo non era un problema. Ma oggi mi chiedo anche quanti di quei terreni siano abbandonati, inutilizzati o peggio inquinati.
L'attuale amministrazione comunale è partita con questa filosofia, verso un utilizzo del suolo corretto, lo stop ad una cementificazione  scellerata o peggio ancora segnata della speculazione edilizia. Diamole atto di aver scelto un percorso coraggioso e impegnativo, anche se non semplice, ma sono certo sia l'unico.
Una scelta in contro tendenza?   Le necessità di un territorio sono quindi così diverse dalle nostre? Abbiamo in tal senso l'obbligo morale di prenderci cura del nostro territorio, per chi ci abita, per renderlo ospitale al turista, ma anche e soprattutto per le future generazioni. Chi se non l’ agricoltore , oggi può contribuire a dare un futuro certo al nostro territorio.
É fondamentale siglare un patto di alleanza tra società civile ed economica ed il mondo agricolo, da sempre chiamato ad interpretare - lo afferma anche Papa Francesco - il ruolo di custodi della terra. Oggi più che mai i tempi e la crisi ci richiamano tutti ad  un ritorno alle origini, ad un recupero dei valori originari della ruralità. I valori della terra sono le stagioni, il sacrificio, non l'orologio e nè tantomeno la speculazione finanziaria. Da parte nostra siamo pronti, come Coldiretti  anche questa volta, alla nuova sfida, a fare la nostra parte, ma i nostri soci chiedono alla politica coerenza, un armonia legislativa, una comunanza di intenti tra tutti gli enti del territorio affinché le norme siano chiare e non contrastanti l’una con l'altra:  la paesaggistica con la forestale, il Piano regolatore  con gli indirizzi regionali.
Siamo tutti consci delle estensioni degli appezzamenti, piccoli, frazionati, dei terrazzamenti, le doline scarpate, le strade di accesso, la mancanza di acqua, le tutele di zone SIC e ZPS. Sappiamo quanto sia difficile fare agricoltura sul nostro territorio, detesto i piagnistei ma teniamo presente di quanti oggi vivono di agricoltura professionale, della figura dell’imprenditore a titolo principale e di quanti obblighi oggi a differenza di ieri, il titolare d'impresa agricola deve far fronte. Ma la politica abbia, quando decide del futuro di un territorio, che sa produrre eccellenze uniche,  la consapevolezza di progettare con armonia e buon senso.
Questo è l’augurio di Coldiretti Trieste che vuole cogliere con responsabilità le nuove sfide lanciate dal nuovo Piano regolatore cittadino.